Dal 10 marzo, è entrato in vigore il cd, o più comunemente: Permesso di Soggiorno a Punti disciplinato dall’art. 4 bis, comma 2 del Testo Unico Immigrazione, che impegna lo straniero che entra in Italia alla stipula dell’Accordo d’Integrazione.
Si tratta di uno strumento vincolante attraverso il quale l’immigrato acquisisce un determinato numero di crediti previa dimostrazione della conoscenza della lingua, dei principi fondamentali della Costituzione Repubblicana, tali da consentirgli di integrarsi proficuamente nel tessuto socio- economico nazionale.
Gli stessi crediti vanno decurtati se non si raggiungono gli obbiettivi dell’Accordo sino a giungere, salvo alcune eccezioni, all’espulsione “sic et simpliciter”.
Questa la clamorosa novità, e questo è quanto.
Morale della favola: in pratica, sarebbe come mandare un immigrato al supermercato. Senza soldi e per riempire una tessera a punti, per una spesa che non faranno mai…
E senza entrare nel merito del sistema, occorre osservare che l’attuazione dell’Accordo d’Integrazione è demandata agli Sportelli Unici Immigrazione istituiti presso ogni Prefettura- Ufficio Territoriale del Governo.
Vale a dire che gli stessi avranno una nuova funzione, particolarmente gravosa per le implicazioni che può determinare per gli immigrati. Eppure è noto che questi uffici sono sotto organico rispetto alla mole di lavoro che li incombe.
Lo abbiamo denunciato in questi anni, e continuiamo a farlo.
Già ora si trovano in grande difficoltà nell’assolvimento dei compiti loro assegnati, specie nelle grandi aree metropolitane dove gli immigrati sono presenti in numeri maggiori, con la conseguenza che l’istruttoria e la conclusione di alcuni procedimenti (tipico il ricongiungimento familiare) richiedono tempi molto lunghi che non possono che essere pregiudizievoli per gli immigrati.
Le ulteriori attività previste dall’Accordo d’Integrazione (corso di educazione civica, di lingua italiana) appesantiranno ulteriormente l’operato di queste strutture.
Una circolare congiunta dei Ministri dell’Interno e dell’Integrazione ha sancito che “l’attività delle Prefetture, per il corrente e il successivo anno sarà prevalentemente indirizzata alla sottoscrizione dell’Accordo ed alla organizzazione e somministrazione della sessione di formazione civica” che viene quantificata, lo ricordiamo in numero di ore non inferiore a 5 e non superiore a 10.
Solo dal 2014 dovrebbe scattare la seconda parte ossia la valutazione- verifica dei crediti maturati. Si tratta di un escamotage per non affrontare il problema delle carenze nelle piante organiche degli Sportelli Unici.
Riteniamo che la premessa per l’attuazione dell’Accordo d’Integrazione risieda nella risoluzione di tale questione, altrimenti si continuerà ad imporre obblighi agli immigrati, sovra-caricando gli uffici preposti di funzioni a fronte di una qualità dubbia del servizio che può essere d’intralcio a una reale e proficua inclusione sociale.
Anche questo provvedimento, così come la sovrattassa sul Permesso di Soggiorno, rispetto alla quale la CGIL e l’INCA hanno già presentato ricorso al TAR Lazio per chiedere l’annullamento del Decreto che impone il “contributo aggiuntivo”, è un lascito amaro del Governo precedente, ed a nostro avviso andrebbe completamente rivisto, superando l’impianto punitivo e vessatorio, ed inserendolo in un piano di qualificazione dei servizi pubblici, di offerta formativa per la lingua e l’educazione civica e progetti per l’integrazione per gli immigrati.
Auspichiamo perciò che questo Governo non mantenga tutta “l’acqua sporca” prodotta dal vecchio in materia d’immigrazione, perché questo renderebbe velleitaria ogni ipotesi di gestione nuova e razionale.
Pino De Lucia
Presidente Agorà Kroton