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Don Ciotti: “Prepariamoci a una sana ribellione. Illusioni e false promesse hanno corrotto la speranza”

FIRENZE. Sappiate che in questo paese iniquo fatto di ingiustizia, retorica e false illusioni, be’, “la speranza non è in vendita”. Nonostante tutto. Ecco quindi una sintesi fedele al pensiero di don Luigi Ciotti, che mette in copertina del suo nuovo libro questa frase. “Sia chiaro: non ci sarà sviluppo. Neppure nel lavoro” sentenzia Ciotti. “Non ci sarà sviluppo se non rimetteremo al centro il capitale più importante: la persona umana”. Così il fondatore del Gruppo Abele ha parlato ieri a una nutrita schiera di giovani della Toscana in un incontro promosso da Giovani sì.

“Senza diritti -aggiunge Ciotti- anche lo sviluppo non sarà mai ‘progresso’. E senza una dignità nel mondo del lavoro non ci sarà mai un vero ‘sviluppo’. Oggi ci resta un problema forte di democrazia, attualmente pallida, che si fonda su due doni impegnativi, perché toccano la vita di tutti: da un lato c’è la dignità umana, dall’altra la giustizia. Purtroppo molti contesti non tengono conto di questo binomio”.

Don Ciotti parla poi della “corruzione della speranza”. E ci spiega com’è possibile infrangere sogni e obiettivi. “E’ la conseguenza delle illusioni e delle false promesse di progetti non realizzati. Illudere le persone -spiega il sacerdote- crea ulteriore fragilità. Nel paese abbiamo attraversato un periodo di ‘coma etico’ che ha generato disorientamento e una ricaduta pesante sulla moralità pubblica. Una ricaduta che colpisce specialmente il mondo più fragile, come ad esempio quello dei giovani. Tutto questo genera sfiducia e perfino la ribellione. Illusioni e false promesse hanno così creato disorientamento e impoverimento delle speranze”.

Una dimensione che, per Ciotti, mette in crisi il sistema. A partire dal tema del lavoro che genera “il tempo vuoto”. Un tempo riempito nei modi più diversi. Ma allora qual è la soluzione? Quali i percorsi possibili per una rinascita? “La speranza -risponde don Ciotti- ha il volto dei progetti concreti. E si chiama giustizia sociale. La speranza significa credere che è possibile restituire libertà e dignità alle persone. Infatti la più grande umiliazione delle persone è la privazione delle libertà. Quindi chi è povero, precario o senza lavoro, non è libero. Prima di ogni cosa dobbiamo quindi liberare le libertà”.

Una libertà che passa anche dalla “sete di giustizia”. Perché la corruzione ha anche un equivalente economico. Ciotti ricorda come i danni quantificati dalla corruzione ammontano, secondo un calcolo approssimativo, a 60 miliardi di euro. Un dato che emerge sulla stima sommaria che la Corte dei Conti compie calcolando il 3% del Pil. Danni che, su scala mondiale, ammonterebbero economicamente a 700 miliardi di euro. Ma i danni (e gli effetti) sulla popolazione sono difficili da valutare. Un primo dato certo è la crescente sfiducia.

“Quando questi numeri passano sotto gli occhi di ragazzi che hanno strumenti di conoscenza -prosegue don Ciotti- lasciano in loro una rabbia profonda. Soprattutto quando si sentono dire che non ci sono soldi per le politiche sociali. Insomma, dobbiamo denunciare l’inquinamento che abbiamo nel paese. Perché è segno di disuguaglianze e ingiustizie. Sono 150 che parliamo di mafie. Ma perché si parla di lotta alla mafia e questi, invece, continuano a essere presenti? A parlare son tutti bravi, ma nel concreto nessuno fa niente. Quindi una risposta può stare nel protagonismo e nella partecipazione dei giovani”.

Infine Ciotti mette in evidenza “alcuni segnali che non devono essere sottovalutati”. Perché il rischio di una rivolta è qualcosa di molto concreto. “Mi pare di tornare indietro di qualche anno. C’è smarrimento e povertà -conclude il sacerdote- e c’è chi cavalca e sfrutta tutto questo. Dobbiamo cogliere i segnali di una ribellione violenta. Ma altra cosa è la ribellione di ‘sana rabbia’. Penso alle parole di Sant’Agostino, secondo il quale la speranza ha due bei figli: la rabbia, nel vedere come vanno le cose; e il coraggio, utile per cambiarle. Viviamo una crisi politica ed etica prima ancora che economica. Lo smarrimento e la fatica sono due conseguenze reali e il sociale è sempre più ridotto all’osso. Chiedo quindi meno solidarietà ma più diritti”.
Gianluca Testa

Fonte: http://www.volontariatoggi.info/2012/03/01/don-luigi-ciotti-prepariamoci-a-una-sana-ribellione-illusioni-e-false-promesse-hanno-corrotto-la-speranza/

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